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“Com’è noto il fine lavori al 18 dicembre scorso era una finzione, come accertato con verbale dalla direzione lavori e controfirmato dall’impresa appaltatrice Partecipazione Italia del gruppo Webuild, ossia l’impresa che dovrebbe realizzare il ponte sullo stretto di Messina. In apparenza è sorprendente la sottoscrizione del verbale da parte dell’impresa, poiché difficilmente ci può essere un’impresa che si auto-smentisce così clamorosamente; ma qui c’è un dettaglio – che presto o tardi sarà il coperchio dimenticato dal diavolo sulla pentola – ed è l’affidamento della questione del fine lavori alla decisione del Collegio consultivo tecnico (Cct), autore in passato di decisioni con valore milionario e favorevoli all’impresa, ma decisamente abnormi in fatto e in diritto.” Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Fabiano Amati.
“Alla luce di tutto questo – prosegue – ho ritenuto di scrivere al Direttore generale della Asl, chiedendo notizie circa l’impugnazione dinanzi all’Autorità giudiziaria delle precedenti decisioni del Cct, come ampiamente argomentato dalla direzione lavori e dal precedente RUP nell’ultima seduta della Commissione, e sulla risoluzione del contratto (ricorrendone i presupposti) nei confronti di Partecipazione Italia del gruppo Webuild. Nel frattempo sto rivalutando tutti gli atti nella mia disponibilità, da integrare con ulteriore documentazione, poiché rientra tra i miei doveri verificare ed eventualmente segnalare all’Autorità giudiziaria l’eventuale violazione del buon andamento della pubblica amministrazione e quindi l’ipotesi punitive d’inadempimento nei contratti di pubbliche forniture (art. 355 c.p.) o di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.).”
“Su questi punti – continua – credo che siano ampiamente a lavoro sia la stazione appaltante Asl Bari, negli ultimi mesi – detto con gratitudine – molto lineare e determinata, sia il nuovo RUP Rocco Mario Ianora, dotato come il precedente di ottima reputazione nel perseguimento dell’interesse pubblico.
Nell’uso peraltro della condotta più lineare, e allo stesso tempo risoluta, convergono tutta la documentazione, nonché le relazioni prodotte dall’efficacissima Direzione lavori e tutti i pareri legali di cui sono a conoscenza, per cui apparirebbe equivoca e non comprensibile qualsiasi forma d’indugio.
E tutto ciò lo chiedo, con la solita petulanza scambiata da qualche generoso come acribia, perché abbiamo una necessità improcrastinabile di un ospedale in quell’area; una necessità che tutte le persone normali avvertono tranne i manager di Partecipazione Italia del gruppo Webuild e i componenti del Cct, evidentemente di natura immortale e quindi incapaci di comprendere le necessità di salute di noi altri mortali”.
Direttore di italiafreepress.it, giornalista professionista
Direttore di italiafreepress.it, giornalista professionista