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Cosa è l’attacco di panico e come si cura

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Un attacco di panico è un momento di paura o disagio intenso, tipicamente con un inizio improvviso e durata variabile dai 2 agli 8 minuti. Nei rari casi in cui si susseguono  più attacchi consecutivi la durata è maggiore. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia, vissuti di estraneità rispetto al proprio corpo (depersonalizzazione) e la percezione di vivere come in un sogno (derealizzazione). La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi di ansia, gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti, e l’individuo teme fortemente di morire o di impazzire. Dal primo episodio può determinarsi un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.

La maggior parte delle persone che sperimentano il panico può rimanere con la paura di averne  altri in seguito. Se una persona ha attacchi di panico ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo alla possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un “Disturbo da Attacchi di Panico” o DAP. Inoltre Se questa paura di rivivere l’attacco di panico porta l’individuo a non recarsi in luoghi dove teme che possa accadere, vorrà dire che si è strutturata anche l’Agorafobia, cioè la paura di recarsi da soli in luoghi in cui si teme che possa presentarsi un attacco (DAP con Agorafobia), quindi si arriva a non uscire più da soli, a non andare al cinema, al supermercato, a non guidare sull’autostrada, determinando l’infelicità propria e di chi ci vuol bene.

Il primo attacco di panico spesso si manifesta al culmine di una catena di eventi stressanti, dopo un periodo di grande stress. E’ come se il corpo dicesse ‘Basta!Non reggo più!’. Purtroppo l’intensità del messaggio terrorizza e si determina una forte ansia rispetto all’eventualità che si ripresenti questo evento e ‘la paura del panico’ porta a strutturare una serie di comportamenti evitanti che a lungo andare, anche se non si presentano più attacchi di panico, continuano ad invalidare l’individuo che finirà con l’escludersi da tante situazioni di vita comune. Il consiglio immediato che possiamo dare a chi soffre di questa invalidante ansia è di esporsi da solo e gradualmente alle situazioni temute, affrontando l’attacco concentrandosi sul respiro, inspirando per 4 secondi ed espirando per 8 secondi. Costringendo il respiro a rallentare si promuove una situazione fisiologica che contrasta le reazioni d’ansia. Distraendosi dai sintomi che il corpo invia e concentrandosi su un respiro lento, e quindi non attivando pensieri catastrofici, si interrompe quel circolo vizioso che fa sì che la malattia si cronicizzi. Quando la paura è bloccante al punto che impedisce  una vita soddisfacente allora è il caso di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta che applichi le Tecniche Cognitivo Comportamentali per risolvere definitivamente questo disturbo.