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Linus: mi sono rotto il ca…

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“Ragazzi, adesso mi sono rotto il ca… Vi racconto come stanno le cose”. Inizia così il lungo sfogo condiviso via social da Linus in cui replica alle critiche ricevute in seguito all’adesione alla campagna della rivista Rolling Stone contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Adesione che, spiega il direttore di ‘Radio Deejay’, è avvenuta a sua “insaputa”, facendolo finire nel mirino dei detrattori del web.

“Due settimane fa Rolling Stone mi chiede due righe su Salvini. Scrivo che i migranti sono un problema, che fa bene a farsi sentire, ma che non mi piace il modo e il tono con cui lo fa – spiega Linus su Instagram – “A mia insaputa – sottolinea – vengo messo in un calderone per lanciare una campagna paracula contro di lui. Non lo voterei mai, ma allo stesso modo non avrei mai accettato, sapendolo, di entrare in questo giochino”.

“Il secondo capitolo – prosegue – è che, in conseguenza di questo, come tutti quelli presenti sul giornale, consapevoli o no, divento obiettivo degli speculatori del web. Tra questi il Tempo, che mi fa una telefonata stile Ciao Belli in cui mi chiedono come se si parlasse di gattini se voglio un migrante a casa. Siccome lo faccio di mestiere capisco che è uno scherzo e riattacco. Da un paio d’ore questa seconda carognata (la prima, ripeto, è quella di Rolling Stone) gira su Facebook ed è partito il linciaggio”.

“A quelli che mi stanno insultando gratuitamente e con grande piacere – conclude il conduttore di ‘Deejay chiama Italia’ – se avete avuto la pazienza di arrivare fino qui, chiedo di far girare allo stesso modo quello che ho scritto adesso. Poi magari continuate ad odiarmi perché sono della Juve o cagate simili. Ma non fatemi passare per quello che non sono. Grazie”.

Il direttore di Rolling Stone Giovanni Robertini replica così, dai social della rivista, a Linus dando la sua versione dei fatti: “Nessuna ‘carognata’ da parte nostra, eri perfettamente a conoscenza del fatto che l’iniziativa coinvolgesse molte persone”. “Hai avuto una copia del giornale il giorno prima dell’uscita in edicola. Il sito della radio ha subito pubblicato la news della cover, il giorno dell’uscita. Nessuno – dichiara Robertini – era più consapevole di te”.

“Capiamo – aggiunge – che esporsi in questo paese è uno sport pericoloso, e hai tutta la nostra solidarietà per i prevedibili insulti che ti sono arrivati dalle squadracce web; non per questo possiamo accettare – sottolinea il direttore di Rolling Stone – che la realtà delle cose venga alterata. Quello che hai affidato ai social cinque giorni dopo l’uscita del giornale appare, quindi, come un attacco strumentale – forse dettato dall’insofferenza agli insulti ricevuti – a un’iniziativa che non aveva nulla di equivoco”. “Liberissimo di dissociarti da te stesso, ma – conclude – non ci accusare”.