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“L’Europa scelga la pace e non le armi”. La maggioranza dice no alla mozione di Manisporche

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Riceviamo e pubblichiamo:

Con 17 astensioni, compresa quella del Sindaco Annese, e tre soli voti favorevoli della minoranza (Pietro Brescia era andato via ma aveva votato favorevolmente in commissione), la mozione presentata da me e dal consigliere Papio avente per oggetto “L’Europa scelga la pace e non investa in armi a discapito del benessere dei suoi cittadini”, è stata decretata “non approvata” dalla Segretaria generale, dott.ssa Anglana.

L’avevamo presentata nella convinzione che il piano di riarmo europeo così come nominato e concepito fosse una follia inutile e pericolosa.

Ai dubbi sul suo contenuto, un piano da 800 miliardi di euro, di cui solo 150 miliardi destinati per gli investimenti militari condivisi, e con la possibilità di distrarre risorse dai fondi di coesione, quelli che per loro natura servono a sostenere e a tutelare le fasce di popolazione più in difficoltà, si è aggiunto nei giorni successivi alla consegna al protocollo del Comune, il veto per vizio di forma. La Commissione affari giuridici dello stesso Parlamento europeo lo ha bloccato perché un gigantesco piano di riarmo non può essere approvato, bypassando il voto del Parlamento.

Convinti che la pace e la sicurezza non si ottengono promuovendo una politica di scontro e di guerra, aumentando le spese militari, la militarizzazione dell’UE, ma piuttosto attraverso la diplomazia e la costruzione di una sicurezza collettiva nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, pensavamo di coinvolgere il Sindaco e l’Amministrazione in un impegno etico a rappresentare nelle sedi istituzionali, come sta avvenendo in tanti comuni italiani, una posizione di rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, di spinta all’Europa a farsi promotrice di soluzioni diplomatiche per favorire il processo di pace in Ucraina, a ridurre le spese militari, a puntare a una difesa europea comune e a non distrarre risorse del welfare per l’acquisto di armamenti.

Prima del voto, il dibattito si è animato con contributi nel solco di una difesa scontata e quasi astratta della pace che si costruisce riarmandosi per la difesa dei propri confini.

A nulla sono valsi l’intervento e il voto positivo di Silvia Contento, che ha voluto ribadire come la pace sia un processo che interpella ogni persona e che si costruisce con azioni di dialogo e di diplomazia, e l’appello di Angelo Papio a condividere una mozione dal sapore etico ed educativo, ricordando anche la lettera, rimasta purtroppo senza risposta, con cui Emergency chiedeva al Sindaco Annese di apporre sulla facciata del Palazzo di città lo striscione RIPUD1A monito simbolico ad adire percorsi di pace.

Una pagina buia nella storia della nostra città a pochi giorni dalla commozione per la scomparsa di papa Francesco, che nel suo pontificato ha urlato al mondo che “non c’è pace se c’è la corsa al riarmo”, ma forse come ha ribadito il cardinale di Napoli, don Mimmo Battaglia, c’è il rischio di beatificare papa Francesco a parole per dimenticarlo nei fatti.

Maria Angela Mastronardi
Consigliera comunale di Manisporche
Componente della segreteria provinciale di SI-AVS