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Lo iodio? A tavola, non a mare

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In realtà la quantità di iodio che riusciamo ad assorbire respirando aria di mare è insufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero. Lo iodio è un elemento chimico indispensabile per la produzione degli ormoni della tiroide, la ghiandola che si trova nella parte anteriore del collo. Un adulto ne dovrebbe assumere ogni giorno circa 150 microgrammi (µg), 200 se si tratta di una donna in gravidanza.

Di recente, però, è stato calcolato che una giornata al mare fornisce appena  1-20 µg di iodio; per questo è fondamentale assumerlo attraverso cibi che ne sono ricchi, come il pesce di mare, i molluschi, il latte o utilizzando il sale iodato al posto del comune sale da cucina.

È però vero che chi abita sulle coste ha una maggiore disponibilità di questo elemento, non solo perché mangia più pesce: lo iodio contenuto in grandi quantità nell’acqua dei mari evapora nell’atmosfera e con le piogge torna sulla terra, accumulandosi nel vegetali di cui ci nutriamo.

La carenza può causare gravi problemi di salute, tra cui ritardi nella crescita, il tumore della tiroide o più comunemente il gozzo, cioè il rigonfiamento della ghiandola tiroidea di cui soffrono sei milioni di italiani, spesso abitanti delle zone montane dove lo iodio scarseggia.