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In Gran Bretagna è entrata in vigore la tassa sulle bibite zuccherate, che nelle intenzioni dei legislatori dovrebbe far calare i consumi con un impatto diretto sul tasso di obesità e sulla salute dei denti. L’accisa, ricorda la Bbc, è proporzionale alla quantità di zucchero presente nella bevanda e ha fatto sì che molte aziende riformulassero già i propri prodotti. La tassa è di 26 pence, circa 33 centesimi di euro, al litro per le bevande che contengono più di 8 grammi di zucchero per 100 millilitri, e di circa 20 centesimi di euro per le bevande con 5-8 grammi di zucchero per 100 millilitri. Più di metà dei produttori ha già ridotto le quantità nelle bevande per rientrare nella fascia più bassa, con un taglio di circa 45 milioni di chili di zucchero l’anno. Per effetto di questa riduzione il guadagno per lo Stato, che inizialmente era stimato in circa 600 milioni di euro ora sarà meno della metà, con gli introiti che verranno reinvestiti in iniziative sullo sport a scuola e sull’alimentazione. L’adozione di tasse sul cibo spazzatura è tra le misure caldeggiate dall’Oms contro l’obesità, ma non tutti gli esperti concordano sull’efficacia. “L’aumento delle tasse renderà i prodotti più costosi – afferma ad esempio Daniel Bailey dell’università del Bedfordshire -, ma questo scoraggerà le persone dal comprarli?”. Secondo ricerche pubblicate recentemente sulla rivista The Lancet, la risposta non è univoca. Uno studio suggerisce però, sulla base dell’esempio di altri Paesi che hanno già adottato il provvedimento, che a diminuire i consumi saranno le fasce più povere della popolazione, più a rischio per le malattie causate dalla cattiva alimentazione.
Direttore di italiafreepress.it, giornalista professionista
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