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Gli adulti ascoltano con la vista

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Da piccoli ci basiamo più sul nostro sistema uditivo nell’ascoltare gli altri, da adulti invece sulla vista per capire ciò che il nostro interlocutore sta dicendo, e questo può influenzare la nostra percezione del suono. Ecco perché a volte, anche con un acuto senso dell’udito, non riusciamo a cogliere esattamente ciò che qualcuno ha detto. Lo rileva una ricerca guidata dall’Università di Nottingham, nel Regno Unito, pubblicata su Scientific Reports. L’attenzione degli studiosi si è focalizzata sul cosiddetto effetto McGurk, descritto nel 1976 e che ha dimostrato l’interazione tra udito e vista nella percezione del parlato: si verifica ad esempio quando sentiamo una sillaba, ma vediamo il movimento della bocca relativo a un’altra sillaba, e ciò può portarci a percepire una terza sillaba. Per la ricerca è stato progettato un gioco che prevedeva il saper cogliere un suono, lanciato durante un evento denominato Summer Scientist 2017 per bambini e i loro genitori. Gli studiosi hanno reclutato 96 bimbi e ragazzi e li hanno divisi in tre fasce d’età: da 3 a 6 anni, da 7 a 9 e da 10 a 12, a cui si sono aggiunti 32 adulti tra i 20 e i 35 anni. Poiché la parte del cervello responsabile delle informazioni uditive si sviluppa prima di quella responsabile dell’elaborazione delle informazioni visive, e poiché i bambini acquisiscono più esperienza visiva durante l’infanzia, ad esempio con la lettura, la previsione degli studiosi era che fossero meno suscettibili all’effetto McGurk e i risultati hanno dato loro ragione. Gli adulti erano più influenzati da questo effetto rispetto ai bimbi fino ai nove anni, ma non rispetto ai più grandicelli, di 10-12 anni. La ridotta suscettibilità nell’infanzia sostiene la teoria secondo cui il dominio sensoriale si sposta attraverso lo sviluppo e raggiunge i livelli dell’età adulta a circa 10 anni.