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Dieta con pesce e legumi e la menopausa arriva più tardi

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Sardine, salmone, aringhe. Ma anche ceci, piselli e lenticchie. Le donne che ne mangiano in quantità ritardano l’ingresso in menopausa. Più precisamente: una dieta ricca di pesce ad alto contenuto di acidi grassi rimanda di 3 anni l’appuntamento con l’inevitabile evento fisiologico, mentre i menù ricchi di legumi allontanano di un anno e mezzo la fine dell’età fertile. Le amanti della pasta, invece, accelerano i tempi di più di un anno. L’impatto dell’alimentazione sull’avvento della menopausa è stato esaminato in uno studio appena pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health.

I ricercatori hanno raccolto i dati del UK Women’s Cohort Study, una indagine sulla salute femminile nel Regno Unito che ha coinvolto più di 35mila donne tra i 35 e i 69 anni di età provenienti da Inghilterra, Scozia e Galles.

Tutte le donne avevano fornito informazioni dettagliate su una serie di fattori che possono avere un’influenza sui tempi della menopausa, come il peso, l’attività fisica, le gravidanze, l’assunzione di farmaci per la terapia ormonale sostitutiva. A tutte le partecipanti era stato anche chiesto di compilare un questionario sulle abitudini alimentari indicando le quantità consumate quotidianamente all’interno di una lista di 217 cibi.

L’ingresso in menopausa di ognuna di loro è stato annotato 4 anni dopo la prima indagine. Alla fine del periodo di osservazione, i ricercatori si sono ritrovati tra le mani i dati completi di 914 donne andate in menopausa in media a 51 anni, tutte dopo i 40 anni e prima dei 65.

Ebbene, mettendo a confronto le abitudini alimentari con la tempistica della menopausa, i ricercatori hanno notato che alcuni cibi sono associati a un ritardo della menopausa, mentre altri a un anticipo.

Ogni piatto in più al giorno di cereali raffinati, soprattutto pasta e riso, accorcia i tempi, avvicinando l’ingresso in menopausa di un anno e mezzo.

Al contrario, ogni porzione in più di pesce ricco di grassi e di legumi freschi può rimandare l’appuntamento con la menopausa rispettivamente di oltre tre anni e di un anno e mezzo. Anche l’assunzione di elevate quantità di vitamina B6 e di zinco ha effetti simili.

I ricercatori hanno passato in rassegna molti alimenti e per ognuno di loro hanno trovato un collegamento con l’età della menopausa. Le donne che consumano carne generalmente vanno in menopausa un anno dopo rispetto a quelle che seguono una dieta vegetariana.

Uva e pollame sono invece i cibi più indicati per ritardare la menopausa nelle donne che non hanno avuto figli.

Perché il cibo ha la capacità di regolare l’orologio biologico delle donne? I ricercatori hanno proposto la seguente ipotesi: ovulazione è influenzata negativamente dalle sostanze ossidanti, i temutissimi radicali liberi (Ros, reactive oxygen species), alimenti come i legumi o gli acidi grassi omega 3 contenuti nel pesce hanno proprietà antiossidanti che contrastano gli effetti dei Ros mantenendo in funzione il ciclo mestruale.

Al contrario, i carboidrati raffinati aumentano il rischio di insulino-resistenza che può interferire con l’attività degli ormoni sessuali e incrementare i livelli di estrogeni: i cicli mestruali diventano più frequenti e, di conseguenza, la riserva di ovuli si esaurisce prima.

 «I nostri risultati confermano che la dieta può essere associata all’età della menopausa naturale – scrivono gli autori dello studio –  Il che può avere una rilevanza per la salute pubblica visto che l’età della menopausa naturale può avere implicazioni sulla salute futura».

Una menopausa precoce aumenta il rischio di osteoporosi e di malattie cardiache, mentre una menopausa tardiva aumenta le probabilità di tumori al seno, all’utero e alle ovaie. Ecco perché, dicono i ricercatori, il “timing” della menopausa è importante.