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Test per le malformazioni in gravidanza, Amati: se ne fanno pochi

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“Il test combinato serve a verificare anomalie del feto (per esempio sindrome di Down, di Edwards o Patau) nei primi tre mesi della gravidanza, a cui si sottopongono tutte le donne.
Ho l’impressione che nelle strutture pubbliche si facciano pochi test rispetto al numero di parti. Come mai? A chi si rivolgono allora la maggior parte delle donne? Evidentemente al privato. E spero che sia una scelta volontaria, piuttosto che indirizzata o consigliata.
E se è una scelta volontaria, perché continuiamo ad avere una rete organizzata e calibrata come se tutte le donne si rivolgessero alle strutture pubbliche? Perché dobbiamo continuare a sprecare risorse e personale?” Lo dice, in una nota, il Presidente della commissione Bilancio e programmazione, Fabiano Amati
“Domande semplici ed elementari – spiega – per scovare eventuali livelli d’inefficienza e sprechi nel sistema sanitario regionale, dirette anche a evitare che i cittadini paghino due volte lo stesso servizio: con le tasse, mantenendo in piedi strutture non impiegate al massimo del potenziale, e con l’esborso dell’onorario al professionista privato in caso di necessità. Per questi motivi ho scritto una lettera ai direttori generali delle Asl, chiedendo di fornire il numero totale di parti, suddiviso per punti nascita, il numero complessivo dei test combinati effettuati, le strutture organizzate per l’erogazione del test, la loro dotazione organica e il numero potenziale di test in grado di sostenere.
Qualsiasi ambito si tocchi, emerge sempre più la necessità d’istituire l’AziendaZero, da alcuni osteggiata propio perché incompatibile con il mantenimento dell’attuale condizione, che a questi livelli d’inefficienza ha, come giustificazione, solo l’intangibilità dei diversi sistemi di potere.”